Questo post è parte del mio Diario di Bordo.
Vorrei fare un breve, brevissimo, riepilogo della mia esperienza da freelance, per raccontare una storia forse diversa, di un percorso iniziato brancolando nel buio e che mi illumina strada facendo.
Quando ho aperto la mia partita iva ero solo un grafico, anche se con una certa esperienza.
Con alle spalle parecchi anni di progetti grafici e qualche altro lavoro in 3d, mi sono ritrovata in camera di commercio a compilare i moduli che mi avrebbero permesso di iniziare a muovermi contando solo sulle mie gambe. Ed era letteralmente così: zero budget, unico strumento di lavoro un portatile che pur avendo un passato glorioso, aveva ormai doppiato il giro dell’obsolescenza, nessuna esperienza imprenditoriale. Avevo in testa quello che avevo appreso in tanti anni in agenzie e aziende.
Ok, e adesso?
Studio, studio, studio
Volevo fare le cose a modo mio, con un mio metodo. Studiavo, e studio tutt’ora, tantissimo e senza confini. Anzi: sono proprio i confini, quelli che cerco di superare ogni volta che mi immergo in corsi, libri, lezioni che mi permettono di avere una visione e una comprensione più profonda e più ampia di quello che i clienti mi chiedono. Anche quando non lo sanno, i clienti, che cosa stanno chiedendo veramente.
Siti, siti, siti
Ho iniziato fin da subito a lavorare sui siti web. Il mio primissimo cliente, infatti, mi aveva commissionato il nuovo sito aziendale, in una moltitudine di lingue, che ai tempi, per quelle che erano le mie conoscenze, potevo solo gestire in modo statico. WordPress non si era ancora affermato, ma era questione di attimi. I primi siti che ho creato utilizzando dei CMS li ho sviluppati utilizzando Joomla! e Contao.
La passione per la SEO
Uno dei miei primi progetti interni era un sistema di analisi e confronto per siti web. Oggi ci sono tanti tool online molto validi che lo fanno, ma nel 2010 erano pochi e non completi come quelli attuali. Così, sulla base delle best practice per la SEO, ho creato un foglio di calcolo con diverse sezioni dove, in base alla valutazione degli elementi tecnici e di contenuto di un sito, ottenevo dei grafici che permettevano di visualizzare chiaramente le aree da migliorare, anche in relazione ai siti dei competitor.
Non sono riuscita a sfruttarlo molto per i progetti che seguivo, perché a nessun cliente interessava impiegare soldi e tempo per sentirsi dire che doveva migliorare il suo sito, magari fatto solo poco tempo prima, spendendo così altri soldi e tempo. Però l’ho utilizzato per il mio sito.
Nel giro di poco tempo studiolifestyle.it si è posizionato bene sui motori di ricerca.
Loghi, loghi, loghi (e altro)
Ho disegnato molti loghi, creato layout per brochure, ascoltato le richieste e trovato soluzioni per i clienti e anche per i non-clienti.
Tanto “metodo” e pochi dindi
Tra collaborazioni con ex colleghi e nuovi clienti acquisiti, sono sopravvissuta un po’ a stento nei primi anni di freelancitùdine. Continuavo a commettere l’errore di paragonare la paga da dipendente al compenso da freelance. Insomma, lavoravo per la gloria la maggior parte del tempo ¯\_(ツ)_/¯
Qualche anno ha visto la nascita di collaborazioni interessanti e qualche anno ha visto la Manu aspettare che arrivassero i pagamenti per i lavori fatti.
Qualche volta ho fatto dei lavoretti estivi, per starci dentro con le spese. Sono esperienze di cui vado fiera, anche se in quel periodo ho riscontrato molta contrarietà in chi mi stava vicino, perché sembrava che stessi buttando via le mie capacità per mettermi a fare un altro lavoro, completamente diverso, per il quale magari non servivano particolari qualifiche.
In realtà il mio era semplice istinto di sopravvivenza. Non entravano soldi: da qualche parte li dovevo guadagnare. Ho imparato molte cose con umiltà ed è stato divertente. Un po’ meno quando mi sono ritrovata in un parco divertimenti a servire un gelato ad una ex-collega che forse avrà spettegolato quei due minuti in ufficio il giorno dopo, ma tant’è.
“Tì va’ avanti, a muso dùro e baréta fracà”
Nel rimettere in equilibrio la mia vita, dopo i cambiamenti che erano avvenuti, ho creato nuovi spazi per me e ho ritrovato l’indipendenza.
Le cose hanno improvvisamente iniziato a girare, ogni opportunità si è incastrata nei tempi giusti e mi ha permesso di compiere un balzo in avanti.
Un’ultima esperienza extra-professionale, meravigliosa e importante, come Specialist in Apple Store, e poi subito si sono aperte davanti a me le porte per nuovi progetti e nuove collaborazioni stimolanti.
Questi ultimi anni sono decisamente migliori rispetto ai tempi passati. Questo sito continua a procurarmi nuovi contatti – ma prometto che farò delle sponsorizzate prima o poi – e il passaparola dei clienti, anche di vecchia data, mi porta nuovi progetti.
Gratitudine
Quando un cliente mi consiglia ad altre persone è per me un riconoscimento che vale moltissimo. Come vale il motivo per cui mi scelgono i nuovi clienti: “ho bisogno di qualcosa di più di un semplice grafico, mi serve una persona come te, perché ho bisogno di consigli su questo nuovo progetto, le agenzie che ho interpellato prima di te non mi hanno saputo capire”.
Testa o cuore? Tutti e due.
E così eccomi, oggi, con nuove pianificazioni, nuovi brand da creare, con tutte le sfide da affrontare, non sempre prevedibili.
Sono solo un grafico? Certo che no.
Brand, brand, brand new
Sto guardando un po’ più in là, e ho creato un progetto parallelo a Studio Lifestyle, con un nome diverso, in cui mi dedico unicamente alla creazione e alla gestione dei brand.
Un lavoro di comprensione, di ricerca e di analisi di quella che è la personalità di un’azienda, di un prodotto. Un progetto in cui, insieme alle persone che sono la colonna portante di un’impresa, metto in luce le caratteristiche uniche per loro, dando voce e forma ai loro valori.
Ho creato B4brand.it
Ci sono un’infinità di aspetti da analizzare per comprendere come posizionarli nel modo corretto. Più imparo e più mi sento piccola, in mezzo a mostri sacri e professionisti che stimo molto.
Così, con un po’ di soggezione, vi racconto della nuova rotta che sto tracciando per la mia attività, in questo diario di bordo, dove si studia sempre, non si naviga a vista, ma a cuore e a testa.